Note di regia
Regia: Silvano Ilardo
Genere: Commedia
Spettacolo: Devo dire molto sommessamente che è un orgoglio prendere in mano la Regia dell’amico Mario Ercole un napoletano verace. Rappresentare Pulcinella è fonte di stimoli e, al tempo stesso, di timore. L’orgoglio nasce dal fatto che questa figura affonda le sue radici nella cultura partenopea – qualcuno la fa risalire addirittura alle “Fabule Atellane” quale discendente di “Maccus” (M. Bieber) – inventata e sviluppata a Napoli dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento.
Quindi il tratto storico, antropologico, letterario e culturale che Napoli ha rappresentato nei secoli a venire, soprattutto nell’arte teatrale e non solo, fanno di questo personaggio un emblema che racchiude dentro e fuori di sé uno spaccato del grande patrimonio artistico di questa città. Il timore è dettato da un sentimento di gratitudine verso illustri artisti che hanno vestito i panni di Pulcinella nel corso dei secoli.
Antonio Petito ad esempio, che nutriva un grande interesse per la Commedia dell’Arte cinquecentesca. Ne era profondamente innamorato e riuscì a modificarne gli aspetti e le caratteristiche, sviluppando un linguaggio nuovo che arrecò alla maschera un maggiore spessore psicologico, facendo del “Carpe diem” e “dell’arte di arrangiarsi” una vera filosofia di vita.
Attento osservatore degli usi e costumi della società, fu il primo attore comico a capire l’importanza del testo scritto: il copione che con il dovuto rispetto e con molta umiltà ho scelto, è uno dei lavori più esilaranti del suo repertorio. Nasce come parodia in un atto e senza la maschera di Pulcinella, e mi perdonerà “Totonno” (appellativo dato al nostro) se nel rendergli omaggio ho osato e abusato della sua straordinaria eredità, rivisitando il suo lavoro per consegnarlo al pubblico di oggi con l’auspicio che possa divertirsi ancora ed essergli sempre riconoscente.
Cast: Anna Cacioppo, Vincenzo Corso, Cinzia Farina, Daniele Giulietti
Testo: Mario Ercole
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Genere: Commedia
Spettacolo: Devo dire molto sommessamente che è un orgoglio prendere in mano la Regia dell’amico Mario Ercole un napoletano verace. Rappresentare Pulcinella è fonte di stimoli e, al tempo stesso, di timore. L’orgoglio nasce dal fatto che questa figura affonda le sue radici nella cultura partenopea – qualcuno la fa risalire addirittura alle “Fabule Atellane” quale discendente di “Maccus” (M. Bieber) – inventata e sviluppata a Napoli dall’attore Silvio Fiorillo nella seconda metà del Cinquecento.
Quindi il tratto storico, antropologico, letterario e culturale che Napoli ha rappresentato nei secoli a venire, soprattutto nell’arte teatrale e non solo, fanno di questo personaggio un emblema che racchiude dentro e fuori di sé uno spaccato del grande patrimonio artistico di questa città. Il timore è dettato da un sentimento di gratitudine verso illustri artisti che hanno vestito i panni di Pulcinella nel corso dei secoli.
Antonio Petito ad esempio, che nutriva un grande interesse per la Commedia dell’Arte cinquecentesca. Ne era profondamente innamorato e riuscì a modificarne gli aspetti e le caratteristiche, sviluppando un linguaggio nuovo che arrecò alla maschera un maggiore spessore psicologico, facendo del “Carpe diem” e “dell’arte di arrangiarsi” una vera filosofia di vita.
Attento osservatore degli usi e costumi della società, fu il primo attore comico a capire l’importanza del testo scritto: il copione che con il dovuto rispetto e con molta umiltà ho scelto, è uno dei lavori più esilaranti del suo repertorio. Nasce come parodia in un atto e senza la maschera di Pulcinella, e mi perdonerà “Totonno” (appellativo dato al nostro) se nel rendergli omaggio ho osato e abusato della sua straordinaria eredità, rivisitando il suo lavoro per consegnarlo al pubblico di oggi con l’auspicio che possa divertirsi ancora ed essergli sempre riconoscente.
Cast: Anna Cacioppo, Vincenzo Corso, Cinzia Farina, Daniele Giulietti
Testo: Mario Ercole
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