da un’idea di Silvano Ilardo Regia: Silvano Ilardo Con: Amarilla Soldan, Oriana Oliva, Patrizia Malberti, Simona Radaelli, Tina Borgia Drammaturgia di: Graziano Lorena Achiropita Costumi: Miriam Zappa Responsabile di palcoscenico: Chiara Currà Responsabile di produzione: Irene Zappalà Ufficio stampa: Manuela Caspani Una produzione: Teatrando Produzioni La Liguria e le sue vicende collocate nel periodo glorioso delle repubbliche marinare fanno da sfondo a questo spettacolo nella storia, che unisce il sapore di una ricerca storica a racconti intriganti e sorprendenti la cui origine si perde nel tempo, tramandati dalla cultura popolare. Caratteristiche dello spettacolo:
Debutto: stagione 2010-11 Lo spettacolo Anno 1300: la Repubblica Marinara di Genova nel suo pieno splendore, quattro delle famiglie nobili più illustri dominano quel periodo storico. I Doria, i Fiesci, gli Spinola e i Grimaldi: grandi uomini che segnano quel periodo, ma accanto a loro immense donne che si raccontano con le loro storie il loro passato segreto, la loro femminilità che racchiude in sé un mondo a noi incredibilmente sconosciuto e lontano. Donne che sono testimoni e giudici di un fatto storico fondamentale: la battaglia della Meloria contro i Pisani che sancisce la vittoria dei genovesi. Ed ecco che una magia straordinaria si crea, la storia si fonda con la leggenda. Anno Domini 1300: un tribunale di nobildonne è giudice di un fatto grave. Nel territorio del Conte Urbino di Bajardo i fratelli pisani Lanfranchi sfuggiti al massacro della Meloria si rifugiano nelle coste di Ponente per cercar legni e ricostruire le galee perdute dalla loro flotta, ma vanno incontro all’esecuzione per mano dei genovesi, che solo l’intervento di un’altra donna pisana saprà scongiurare. Note di regia Un affascinante viaggio nella storia e nella leggenda quella de “la barca di Bajardo”, che si svolge nell’alto medioevo in Liguria sullo sfondo della rivalità tra Genova e Pisa. Lo spunto di questa leggenda ci porta a conoscere i celebri protagonisti, incastonati come pietre preziose nei loro ricchi costumi medievali nei luoghi più suggestivi del borgo. Il pubblico, avvolto nelle sonorità medievali dei più celebri musicisti dell’epoca, tra cui Guillame de Machaut, incontra come per incanto le illustri dame e la loro storia. Alla fine, in una cornice suggestiva, il pubblico raccolto assiste al processo in cui le donne, così spesso umiliate e private di capacità decisionale, diventano esse stesse carnefici e accusatrici, mosse in ultima istanza da quel sentimento ricercato e inseguito che è l’amore. Galleria fotografica
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