Tratto da: “Lettera da Auschwitz” Anonimo e “Lettera dall’inferno” Anonimo Regia: Silvano Ilardo Musiche dal vivo: fisarmonica e due violini Con: Silvano Ilardo, Dorotea Garozzo, Elena Crippa Coreografie: Silvano Ilardo Attrezzisti: Giulia De Lorenzi Responsabile di palcoscenico: Chiara Currà Responsabile di produzione: Irene Zappalà Ufficio stampa: Manuela Caspani Una produzione: Teatrando Produzioni “Perché scrivo? Per paura. Per paura che si perda il ricordo della vita delle persone di cui scrivo. Per paura che si perda il ricordo di me. O anche solo per essere protetto da una storia, per scivolare in una storia e non essere più riconoscibile, controllabile, ricattabile” Caratteristiche dello spettacolo:
Debutto: gennaio 2007 Principali piazze effettuate:
Lo spettacolo In guerra, nei campi di sterminio il tempo scorre veloce e crudele e ci si ritrova, in un attimo pieno di terrore , arido vecchio senza umanità, donna sola senza identità. Per Il Soldato e La Bambina il tentativo di sopravvivere alla creazione di mostri e all’isolamento si tramuta in un delicato tentativo di ricreare legami con gli affetti, con la memoria, con il passato. Una moglie lontana ignara dell’orrore in una Berlino che nasconde con il terrore la verità la stessa che straripa dalla denuncia del soldato. Unico strumento di comunicazione,i bianchi fogli intonsi, pronti ad accogliere e conservare le confidenze,ecco che si rivela l’unico luogo,l’unica possibilità, di un rifugio scaldato appena da una lanterna. Il Soldato e La Bambina non si possono parlare, non si possono ascoltare nel campo, ma si possono guardare. Lettere e diario diventano così luogo di incontro. Le parole e le domande, che i loro occhi hanno colto nell’altro, riceveranno voce e forma nei segni lasciati dall’inchiostro, testimoni dell’esistenza di umanità, della resistenza alla follia, del caldo fuoco che da vita ai loro cuori, in quegli inverni gelidi che uccidono i loro corpi, aggrappati disperatamente a melodie malinconiche nel tentativo di salvare ancora qualcosa di umano, mentre Berlino lontana con altre vite, soccombe. Ognuno di noi ha una storia da raccontare.. una cicatrice.. un ricordo che non vuole tenere al buio. Questa è la storia di: Frau Ann Schroder Weber Obergefreiter SS Kurt Weber Marie Krall Giudea Galleria fotografica
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